mercoledì 27 febbraio 2013

Una nuova legge elettorale

Nemmeno il tempo di ringraziare chi ci ha sostenuto e permesso di ottenere questo grande risultato alle politiche che già si entra nel vivo dei contenuti.
Ho sentito in diversi commenti televisivi e giornalistici alcuni avversari accusarci di non avere le idee chiare su quel che vogliamo e uno degli argomenti principe è, manco a dirlo, la legge elttorale. 
Questo succede perché il movimento non si è mai proposto come sponsor di un modello preciso di voto, al contrario dei partiti tradizionali.
Abbiamo dei punti fermi sui quali non indietreggeremo di un passo.

Le preferenze

Quando demmo vita al primo V-Day, uno dei punti della nostra proposta di legge di iniziativa popolare consisteva nella reintroduzione delle preferenze. I cittadini devono poter votare direttamente le persone e non i partiti. Su questo saremo inamovibili. Esistono diversi sistemi di voto che prevedono questo, altri no, per cui nelle varie "aperture" e nei vari corteggiamenti nei nostri confronti che tutti ne tengano di conto: astenersi proporzionali e perditempo.

Limite di due mandati senza deroghe

Altro punto fermo della nostra proposta lasciata marcire nelle cantine del Parlamento era il limite dei mandati elettorali che per noi è da intendersi a prescindere dalla durata della legislatura e senza deroghe.Proposte che non contemplino questo aspetto temo verranno rispedite cordialmente al mittente.

Candidabilità nel solo collegio di residenza

Anche questo è un aspetto che noi consideriamo essenziale per riportare la politica ai cittadini. E sia chiaro, non è che uno possa prendere la residenza ad  hoc nel collegio per farcisi eleggere (o prometterla come ha fatto il "senatore" Minzolini). 

Detto questo, sono molti i modelli che possono "piacere" al Movimento e non è detto che si sia tutti d'accordo su uno preciso. Anzi io sostengo con orgoglio il fatto che il Movimento non è un partito proprio perché ha dei punti fermi irrinunciabili ma lascia spazio a diversità di opinione sul resto.
Esistono sistemi maggioritari uninominali a un turno, a due turni, alla francese, alla tedesca ecc. Qualcuno è migliore per un verso, qualcuno per un altro. In genere si contrappongono nei modelli la rappresentatività e la governabilità e qui, a mio parere, tutte le opinioni sono buone e tutte sono discutibili. E' qui che vi è margine di discussione tra il Movimento e le altre forze politiche (se davvero sono interessate a dare al paese una legge elettorale dignitosa). Io mi limito a suggerire che una analisi dei sistemi di voto esistenti nel mondo può essere un buon viatico. Abbiamo oggi l'occasione  (e chissà se sarà ripetibile in futuro) di far fare un balzo in avanti alla nostra democrazia. Sfruttiamo questa occasione quindi.
Leggendo e informandomi io mi sono creato una mia opinione, che non è necessariamente la posizione che assumerà poi il movimento, ma che mi sento di condividere. 
Tra i diversi sistemi di voto, a mio parere, il più evoluto è il sistema uninominale a voto alternativo con maggioranza assoluta.
E' il sistema di voto adottato dall'Australia, paese che integra per certi aspetti la democrazia rappresentativa con quella diretta.
Il sistema australiano si aspetta dal cittadino che sappia fare qualcosa di più che mettere una croce su un simbolo e gli consegna uno strumento più raffinato permettendogli di stilare una classifica di gradimento di tutti i candidati che si presentano.

Il sistema "Australiano"

Riporto un po di informazioni reperite in rete sul sistema di voto adottato in Australia per chi fosse interessato ad un approfondimento.
  • Ogni collegio elegge un solo candidato e, di conseguenza, ogni lista può presentare un solo candidato per collegio.
  • In ogni collegio l'elettore deve esprimere le preferenze per tutti i candidati con il metodo sopra specificato (altrimenti il voto viene annullato).
  • Viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti.
Se dopo il primo scrutinio (ossia dopo il computo delle prime preferenze) nessun candidato avrà superato il 50% dei consensi, si eliminerà l'ultimo candidato (ossia il candidato con il minor numero di prime preferenze) e si distribuiranno le sue seconde preferenze sugli altri candidati. 
Se neanche le seconde preferenze del candidato eliminato saranno sufficienti, si distribuiranno le sue terze preferenze, poi le quarte, e così via. 
Se, terminate tutte le preferenze del candidato eliminato nessun candidato avrà superato il 50%, si passerà all'eliminazione del penultimo candidato ed alla conseguente distribuzione delle sue seconde preferenze, poi delle terze, e così via. Questo procedimento termina quando un candidato sarà arrivato alla maggioranza assoluta dei voti.

Con questo sistema, può succedere che la coalizione che prende più voti in assoluto non elegga la maggioranza in Parlamento.

Tale sistema favorisce la vittoria non tanto del partito preferito, quanto di quello meno osteggiato, ovvero quello che ottiene il minor numero di preferenze negative.

I partiti cercano di incidere sull'ordine di preferenza che i cittadini esprimeranno attraverso le "how to vote cards". 
Le How-to-vote cards sono volantini sparsi da alcuni volontari durante le elezioni. Questi volantini servono a supportare i votanti con le loro elezioni. Contengono dettagli sui candidati o i partiti ed anche istruzioni su come segnalare il proprio voto di preferenza come richiede il partito. I votanti non sono obbligati a eseguire la procedura descritta nei volantini.

Il sistema alternativo consente di riprodurre in maniera sincera e fedele le intenzioni degli elettori, che non sono spinti al voto strategico e che possono limitarsi a esprimere le loro preferenze in maniera sincera. Questo sistema consente di evitare i problemi di eccessivo frazionamento politico e i problemi posti dagli accordi di desistenza.




2 commenti:

  1. sinceramente Fabio stavolta non concordo con te continuo a considerare il sistema maggioritario antidemocratico perchè tende a semplificare la articolazione delle espressioni della società civile al solo fine di favorire il decisionismo governativo....resto un proporzionalista convinto con al massimo uno sbarramento del 3%...su tutto il resto in vece concordo: preferenza personale, candidatura territoriale, limite dei mandati etc. etc. Cmq qualsiasi riforma elettorale non potrà prescindere da un riordino complessivo della macchina pubblica che decentri decisioni secondo i principi della democrazia inclusiva più che partecipativa e del rispetto quindi della autonomia dei territori e delle comunità locali. Ma su questo ultimo punto so che voi di 5stellesiete in linea di massima d'accordo.

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  2. Qualsiasi sia il sistema esso dovrà tenero conto della capillarietà della forza rappresentativa, senza però che questo presupponga una macchina fatta di tremila suddivisioni costose, inutili e usate dalla "vecchia politica" solo per collocarvi uomini politici "sfigati" ai quali non si poteva certo negare una poltrona...Il sistema Australiano sinceramente non lo conoscevo e Fabio mi sembra "originale" e non cestinabile a priori!...La goveranbilità scusatemi, ma credo sia un "non problema" dettato sino a qui da forze politiche improponibili che facevano della demagogia e della polarizzazione destra-sinistra il solo argomento di confronto...Il MOVIMENTO DEVE RESTARE SEMPRE PRESENTE SU I TERRITORI in modo da raccogliere le istanze e farle proprie...Poi i numeri (che in Democrazia dovrebbero essere tutto) fanno il resto. Sistorgerli come si fa con i premi di maggioranza trovo sia abberrante e sovietico.Anche le attribuzioni di seggi "per regioni" è sbagliato perchè poco rappresentativo...Se si vota per il governo nazionale devono sempre e solo contare le percentuali GLOBALI ! e senza sbarramenti ossessivi...direi che il 2 o 3 sarebbe più che sufficente.Scusate la mia ignoranza comunque in materia...

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