sabato 1 giugno 2013

Rodotacus


Da più parti mi sono arrivati messaggi per sapere cosa ne penso della diatriba che si è scatenata su Rodotà, considerato che sono stato uno di coloro che, nel Movimento, nei giorni delle quirinarie ne ha sostenuto con convinzione la candidatura a Presidente della Repubblica.
Inizierò allora col dire che se tornassi indietro quella candidatura la sosterrei ancora proprio per il modo garbato e paterno con cui, seppure a mezzo stampa, Rodotà ha esternato delle critiche costruttive nei confronti del Movimento.
Non concordo su tutto quel che ha sostenuto nella sua intervista. Chi mi conosce e mi segue sa che sono un sostenitore del vincolo di mandato per i parlamentari, almeno per quel che riguarda le linee guida stabilite prima di un'elezione.
Per cui non concordo con Rodotà sulla libertà di strategie, se questo implica il decidere qualcosa che va contro quanto sottoscritto nel patto con gli elettori: il Movimento non fa alleane e rinuncia ai soldi extra.. Per quanto mi riguarda questi due argomenti non vanno nemmeno discussi in una assemblea degli eletti, sono un dato di fatto, una costante che perdura per tutto il mandato.
Mi è stato chiesto cosa ne penso dei toni usati da Beppe e se li condivido. Chi me lo ha chiesto è caduto in uno dei tranelli tipici di chi non conosce il movimento a fondo. Noi non siamo Beppe. Io non sono Beppe. Entrambi siamo nel Movimento e possiamo avere opinioni diverse (so che questo stupirà molto alcuni miei cnoscenti del Partito Diviso).
Con Beppe condivido la paura che un gruppo, limitato numericamente ma sufficiente a creare un grave danno di immagine, di eletti in Parlamento si stacchi e crei un gruppo "dissidenti". Credo che la sua prima reazione a caldo sia dovuta a questo e già nella seconda uscita i toni erano più concilianti. 
A entrambi, Beppe e Rodotà, mi verrebbe da dire, "telefonatevi". Anche perché comunicare a mezzo stampa non farà altro che alimentare il clima da arena dei gladiatori con cui la stampa va a nozze e che al paese e al movimento non fa certo bene in questo momento.
Che Rodotà poi sia l'artefice di una rivolta dei dissidenti, quale novello Spartacus.. beh, non ce lo vedo proprio, mi spiace. 
Con buona pace di quanto scrive poi Messora, sul fatto che Rodotà abbia messo in discussione un metodo (il movimento e il suo uso della rete), tanto era fondata l'obiezione mossa che ieri sera Morra era alla 7, senza farci sfigurare in un confronto con un esponente del PD riguardo i costi della politica. 
Per cui, si può essere coerenti, evitando i protagonismi, senza dire sempre no ai confronti. Anzi, forse andando a quelli giusti di confronti esporteremo un marchio di qualità nei confronti delle trasmissioni di informazione più decenti che ancora per fortuna esistono.
Tornando al capitolo dissidenti, tra di noi, che ci potessero essere una minoranza di persone meno affidabili di altre ce lo dicevamo da molto tempo. 
E' normale. Un gruppo più è numeroso e più è uno spaccato del paese. Nostro dovere è mettere queste persone all'angolo e renderle inoffensive, ma per far questo non serve spalare fango su tutto e su tutti coloro che dicono qualcosa di leggermente diverso da quanto ci aspettiamo. 
Anzi, in questo modo si fa il gioco dei mediocri, perché solo se volano stracci ovunque chi è privo di qualità ha una speranza di farsi valere in un gruppo di persone capaci.
Spero di aver tolto la curiosità a quanti mi contattavano privatamente. E' un passaggio delicato per il Movimento, uno dei tanti, ma penso sia anche un momento di crescita e maturazione che alla fine farà di noi una realtà ancora più  utile per il paese di quanto già non siamo stati (e che ne dicano i nostri detrattori, noi, utili, lo siamo stati davvero).


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