martedì 23 aprile 2013

Cause e effetti


In questi giorni mi sono chiesto come mi sarei comportato io, se mi fossi trovato a partecipare all'assemblea degli eletti in Parlamento, coinvolto nella discussione su quello che si può definire a tutto tondo il "caso Mastrangeli".
Mastrangeli lo conosco da anni, per vie indirette. E' uno di quei "personaggi virtuali" che ha popolato la rete dei meetup degli Amici di Beppe Grillo da ben prima della nascita del Movimento 5 Stelle. E' quello che si potrebbe definire uno spammer, un replicatore seriale del proprio pensiero. Era iscritto a tutti (o quasi) i meetup d'Italia e ogni volta che aveva qualcosa da divulgare lo faceva  con un copia incolla sfrenato su ogni board.
Se si fosse limitato a questo non ci sarebbe stato niente di male. Il problema sorgeva quando qualcuno, leggendo i suoi articoli, li commentava cercando una interazione con l'autore.
Mastrangeli a causa dell'abnorme quantità di feedback che una iscrizione massiccia a centinaia di meetup comporta, aveva giocoforza settato il proprio account in modo da non ricevere segnalazioni via mail di eventuali risposte ai suoi post. QUindi il suo modo di comunicare era a una sola via, questo giusto per inquadrare il personaggio.
Ho seguito i suoi interventi dalla D'Urso, sia quello "incriminato" che quello di oggi. La prima reazione, a pelle, non è stata positiva. Ciò nonostante confesso che sarei stato abbastanza in difficoltà a votare una sua espulsione sulla base delle accuse che gli sono state mosse.
Mastrangeli ha in parte formalmente ragione quando afferma che lui non ha infranto le regole. Da nessuna parte abbiamo mai scritto che non si possano rilasciare interviste. E dobbiamo avere l'onestà intellettuale di ammettere che il problema non è questo.
Al di la del contesto in cui ha rilasciato le sue interviste televisive che è senz'altro deprecabile per i nostri standard e inadeguato a esporre contenuti utili ai cittadini, dobbiamo chiederci cosa avremmo detto o pensato nel caso in cui Mastrangeli si fosse rivelato un buon oratore, in grado di mettere all'angolo l'intervistatore e di non far sfigurare il movimento. 
Se avesse brillato, sfido chiunque a dire che si sarebbe levato un coro unanime come quello che si è creato per chiedere la sua testa.
Quindi dobbiamo ammettere che quel che ha infastidito molti di noi è la pessima figura che Mastrangeli ha fatto fare a se stesso e a noi. 
Non abbiamo però parametri che non siano discrezionali per stabilire, con metodo, quando un intervento sia positivo o controproducente.
C'è anche da dire che Mastrangeli ha commesso diversi errori. Ha sbagliato perché sapeva benissimo che il suo comportamento costituiva una provocazione. Si è sottoposto a una sovraesposizione mediatica a bella posta. Non so se per indole personale e narcisismo. Può darsi, visto che si autodefinisce "il bello".
Sapendo quanto il Movimento era sotto una lente di ingrandimento, quanto vadano a far le pulci alle regole che ci siamo dati lui ha anteposto la sua visibilità al ruolo che è stato mandato a ricoprire: quello di portavoce dei cittadini nelle istituzioni.
Ma allora, alla fine, la sua esclusione è corretta o sbagliata?
L'errore irreparabile che ha commesso è stato, a mio avviso, quello di sentirsi già fuori dal Movimento. Infatti solo uno che si sente fuori da un gruppo può parlarne male come ha fatto lui oggi o agire con una certa leggerezza come ha fatto in precedenza
Sulla base di queste considerazioni se fossi stato in assemblea non avrei preso una posizione a favore della sua espulsione ma nemmeno contro. Avrei dovuto giocoforza astenermi e questo sulla base di un altro fattore determinante
Credo che solo chi ha potuto sostenerlo abbia il diritto di stabilire se Mastrangeli debba rimanere o andarsene e non essendo io uno dei cittadini che ha potuto votarlo alle Parlamentarie, non ho quel diritto. 
Sotto questo profilo l'essere in Senato, alla Camera o a casa non fa differenza. L'essere un eletto non mi avrebbe dato alcun valore aggiunto (ognuno vale uno). Solo gli elettori del suo collegio hanno competenza nel merito della questione, almeno stando alle regole che si sono usate fino ad ora. 
E' però da considerarsi corretto un intervento da parte della assemblea degli eletti, il suo ruolo è e deve essere quello di individuare l'esistenza di un problema, rimandandone la soluzione a chi ha diritto di decidere: gli aventi diritto di voto alle parlamentarie.
L'aspetto più importante da evidenziare in tutta questa vicenda comunque è, secondo il mio modesto parere, che Mastrangeli è un effetto e non una causa. Se uno come lui supera le Parlamentarie, viene eletto e una larga parte degli iscritti al Movimento lo ritiene inadeguato, dobbiamo renderci conto che la sua rimozione dal ruolo, che avvenga per parola della assemblea degli eletti o della base, non risolve il  vero problema alla sua radice.
Il nostro sistema di valutazione dei candidati è qualcosa di veramente all'avanguardia nello scenario italiano. E' un po come viaggiare su un prototipo di automobile, ha sempre dei difetti e va sempre migliorato, anche se offre prestazioni fuori serie.

Prima ammetteremo che dobbiamo ragionare su come migliorare i criteri con cui si selezionano i candidati e prima metteremo le basi al miglioramento del nostro "prototipo".
Un punto fermo e imprescindibile delle nostre regole è che a scegliere siano i cittadini, tramite votazione. Tutto sta a migliorare il meccanismo, in modo che da una parte permetta a sempre più persone l'accesso al voto, mettendo uno stop alle critiche sulla partecipazione e da un'altra consenta, a chi vota, una scelta più consapevole e che tenga in qualche misura conto del merito e delle capacità, oltre che dei valori cari al movimento, dai quali nessun candidato può o deve prescindere.

1 commento:

  1. Per mancanza di tempo faccio ipotesi brevi e forse scoordinate .Mastrangeli di fatto ha danneggiato tutto il movimento in quanto non è sottostato a cio che era deciso nell' assemblea degli eletti ( non so ,su base solo tecnica sia conveniente espellerlo o no, eticamente si).Se tutti o la maggioranza dei suoi votanti non sono d accordo con questo punto il problema si fa molto piu grave e penso richieda riflessioni di tutto il sistema di democrazia orizzontale.I tempi attuali non credo permettano affrontare ed immergerci in questo full time , mi sembrerebbe un autodistruzione (ora)Sono pienamente d accordo di una discussione sul metodo selettivo dei parlamentari e rappresentanti in genere ,non vedo contradizione con quanto detto prima per motivi complicati che non ho tempo di spiegare .Un problema stringente ,da risolvere in fretta è quello delle apparizioni specificatamente televisive .Trovo molto difficile applicare concetti democratici a avvallando col fatto che la tv è un mezzo di espressione democratica e quindi va messa nel calderone dei diritti democratici ecc.ragioniamo sullo specifico televisivo come cosa urgente .Io non conosco gli antidoti e come si possano conciliare con la democrazia ma il nodo urgente è solo questo:la televisione non è un mezzo di espressione democratico.occorrono contromisure di guerra ( la figura di 2 parlamentari discretamente intelligenti di cui non ricordo il nome da telese si è dimostrata una caporetto.bisogna che questi - cittadini- crescano un pochino, si facciano un esame di coscienza , capisco che sono giovani e gli ormoni girano,e devono rendersi conto che andare in tv è un lavoro ,molto difficile e selettivo,in cui non basta sentirsi dalla parte della ragione per essere vincenti.Lo sport è bello e ludico ,ma se si vuole andare ai giochi olimpici è un altra roba Sono considerazioni grezze , sicuramente da raffinare .Un saluto Gigi

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