domenica 21 aprile 2013

Il marchio del Grillo





“La marchiatura di Grillo ha dato un significato molto antipolitico alla candidatura diStefano Rodotà“. (Piero Fassino)

Con queste parole, il Sindaco Piero Fassino ha cucito addosso al professor Stefano Rodotà il marchio infamante, la lettera scarlatta, la "G" del Grillo. Il caso non è isolato e, temo lo sarà sempre meno. Non ha importanza la caratura di una persona, non ha importanza la sua storia, il suo valore personale, l'adeguatezza al ruolo. Nulla importa. Qualunque cosa proporremo noi del Movimento avrà la sua lettera scarlatta cucita sopra. A farlo potrà essere Fassino o qualcun altro. Per spiegare l'estensione e la violenza verbale connaturata in questa manica di sbandati che è il PD-L si possono prendere esempi a piene mani, a livello locale come nazionale. Questo è quanto scrive Massimo Federici, Sindaco della Spezia, sulla propria bacheca fb.


A livello nazionale veniamo tacciati, complice la stampa allineata (ma sarebbe meglio dire riallineata, visti gli sbandamenti nel momento in cui un cambiamento pareva possibile) di aver mandato di traverso una pizza al povero Franceschini Dario. Il quale twitta, immediatamente ripreso dal tg1, che la sua colpa è stata di aver votato Napolitano e non Rodotà.


Il TG1 riporta di una aggressione mai avvenuta, ancora una volta le parole sono importanti e il titolo non lascia spazio a interpretazioni: "FRANCESCHINI AGGREDITO DAI GRILLINI".

La contestazione, perchè di questo si trattava e non di una aggressione, è stata inscenata da dei militanti comunisti. Poco importa, erano nella stessa piazza nello stesso momento, un bel marchio "G" anche per loro.
Franceschini, per la cronaca, è lo stesso che ha democraticamente affermato che "i traditori andrebbero inseguiti con un bastone", riferendosi ai 101 franchi tiratori che non hanno votato Prodi. 
Inutile dire che dalla sua stessa segreteria non venivano descritti così i "grillini" che hanno appoggiato Grasso. Quelli erano "responsabili".
Ma proseguiamo, ora che l'asse PDL e PD-L è venuto allo scoperto andrà sempre peggio per noi adulteri della democrazia, perché i metodi usati con noi somiglieranno sempre più a quelli dell'originale PDL che a quelli della copia mal riuscita PD-L.
Tralasciando il "cervello in fuga" Gasparri che si è spinto fino a dichiarare che noi sosteniamo la Casta, altri, in occasione del voto a Rodotà hanno svolto egregiamente il proprio dovere di pecore orwelliane.
Tra tutti gli interventi si fa largo (è il caso di dirlo) l'insieme di dichiarazioni di Giuliano Ferrara, che prima è pronto al suicidio dalla Torre Velasca in caso di vittoria di Rodotà o Zagrebelsky (tanto per ribadire che il nome non conta ma conta il marchio) e poi da una pennellata goliarda ai capi gruppo "grillini" definendoli figli di una scena di Totò e Peppino e definendo le loro dichiarazioni come il punto più basso della storia della prima, della seconda, della terza e probabilmente della quarta, della quinta e della sesta Repubblica. Il diverso va sempre dileggiato, deriso e schernito, è la prima regola.
Fortunati la Gabanelli e Strada a essersi smarcati in tempo e abbiamo voglia noi di continuare a sostenere che Rodotà non è un candidato "del" Movimento. La sua sola speranza è di iniziare a attaccarci (cosa che è troppo signore per fare, se non quando ce lo meritiamo davvero). 
Altri in precedenza erano già stati bollati con la lettera scarlatta "G", tra questi Paolo Becchi, a cui è stato affibbiato il titolo di ideologo del Movimento, riportando un parallelo con la Lega e Miglio, tanto falso quanto sgradevole. Becchi ha rimarcato più volte l'indipendenza reciproca delle sue posizioni dalle nostre. Ora grazie alla stampa nazionale che si è ben guardata dal rettificare,  finalmente i suoi parenti stretti lo sanno.
Chiunque si avvicini sarà un grillino, un adepto del guru Casaleggio o ancor peggio "Grillegio". 
Il prossimo in odore di scomunica e ghettizzazione è Curzio Maltese che in modo molto poco saggio ha osato scrivere sulle pagine di Repubblica che 

"La scelta del Pd di escludere a priori la candidatura di Rodotà ha una sola possibile spiegazione. Il gruppo dirigente del Pd non ha mai voluto un accordo con Grillo, ha soltanto messo in scena una lunga manfrina per far contento il popolo. Il vero, ma inconfessabile, obiettivo era l’accordo con Berlusconi“

Consiglierei a Maltese una bella smentita, o almeno un aggiustamento del tiro, per ora l'accusa di grillismo è reversibile se anche Fassino spiega al telefono a Ricca (sotto mentite spoglie) che ora devono pensare a sistemare il loro partito, poi si può riparlare di candidare Rodotà.
Ma che si sbrighi a ritrattare, prima che sia tardi.
Io nel frattempo mi cucirei una G rosso scarlatto su tutti i vestiti, per facilitare a questi signori l'identificazione, ma purtroppo, con la crisi che loro hanno provocato e ora si accingeranno a risolvere, non ho abbastanza soldi, dovrò forse accontentarmi di una spilletta, con sopra la G o il logo del Movimento, tanto per loro è uguale: una spilla, una lettera scarlatta o un numero tatuato sul braccio, per gli aguzzini va tutto bene, sempre.

1 commento:

  1. Mi pare che siate un pochino troppo sensibili e permalosi per fare politica. Pensavate che bastasse arrivare a roma, saper trovare Palazzo Madama con il navigatore e il più fosse fatto ?

    Avete cucito etichette addosso a chiunque in maniera talmente grossolana da risultare spesso offensiva persino per i palati meno fini e adesso vi lamentate che lo facciano a voi: pensavate di avere una qualche immunità ? Dovuta a cosa ?

    Tu scrivi qua sopra "Qualunque cosa proporremo noi del Movimento avrà la sua (di grillo, ndr) lettera scarlatta cucita sopra". E certo, hai scoperto l'acqua calda. Reality check: se una cosa la propone grillo diventa, mirabile dictu, una proposta di grillo. Spiegami la tua sorpresa al riguardo per favore.

    Veniamo poi a "Il diverso va sempre dileggiato, deriso e schernito, è la prima regola.". Grillo ha insultato chiunque, seguito a ruota da crimi e dalla lombardi e da chiunque altro abbia spiaccicato due parole davanti ad una telecamera e adesso scoprite che è una cosa brutta ? Beh, meglio tardi che mai, vero.

    Vi lamentate che la stampa non riporta le vostre dichiarazioni: avete pensato che la vostra scelta, gridata ai quattro venti, di non voler fare dichiarazioni alla stampa potrebbe avere qualcosina a che fare con il problema. Insultare la classe dei giornalisti per intero, alla quale appartiene tra l'altro il 50% della vostra diarchia, pensate possa aiutarvi nel dialogo con la stampa ?

    Tralascio le righe finali sul numero tatuato per decenza.

    Buona serata :-)

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