mercoledì 19 giugno 2013

Libertà di mandato - libertà di mandarli...

Il divieto di mandato imperativo fu una delle istanze costituzionali del movimento rivoluzionario francese del 1789

Se io avessi problemi con una persona, il primo tentativo che farei sarebbe quello di farci una chiacchierata a quattr'occhi. Non andrei al giornale locale scrivendogli una lettera aperta, o alla tv locale per dirgli cosa penso di lui/lei. Pare invece che per alcuni all'interno del movimento l'elezione a un qualche ruolo abbia provocato un danno fisico che impedisce di alzare un telefono, inviare una mail o discutere di persona.
Tra questi vi è anche Adele Gambaro (ma è in buona compagnia) che non ha proprio resistito a gettare la croce del cattivo risultato alle amministrative su Beppe. 
Strano, e io che pensavo di appartenere a un movimento in cui i risultati, positivi o negativi che fossero, appartenessero più al gruppo che al singolo. Anche su questo evidentemente ci sono punti di vista diversi, a molti livelli. Stando a qualcuno quando si perde la colpa è di uno e se si vince è grazie a tutti.
Nel decidere come votare oggi sulla eventuale espulsione della senatrice ho tenuto conto di questi fattori.
Per me una valutazione politica come quella, fatta davanti alle telecamere non porta a una discussione, un dialogo. Per dialogare la carta stampata non è il mezzo adeguato. Lo sono le assemblee, le riunioni,magari accese, lunghissime e estenuanti, ma non la stampa e la televisione, dove tu parli e gli altri possono solo ascoltare o leggere.
Un altro fattore mi ha condizionato nella mia scelta di voto, un argomento dibattuto e dibattibile: la libertà di mandato. 
Si torna sempre a questo, dato che a confronto ci sono questo principio, sancito dalla costituzione e il principio di coerenza con quanto sottoscritto non eoni fa, ma pochi mesi orsono.
E' vero che la costituzione da libertà di mandato agli eletti, ma è anche vero che ci sono state discussioni autorevoli su quanto la militanza in un partito o una legge elettorale che ti nomina piuttosto che candidarti abbiano già di per sé aggirato questo principio.
Secondo alcuni studiosi, come Pietro Virga, l'appartenenza al partito, attraverso i gruppi parlamentari, con il rispetto della relativa disciplina, si tradurrebbe in una violazione del principio di libertà di mandato.
Per quanto la libertà dal mandato sia riconosciuta dai regolamenti parlamentari di Camera e Senato, la disciplina dei gruppi parlamentari è un deterrente a tale libertà di espressione, visto che il comportamento "ribelle" di un eletto può essere oggetto di sanzioni disciplinari che arrivano fino all'espulsione dal partito o alla non ricandidatura alle successive elezioni.
Io reputo una posizione valida come qualunque altra, quella di un movimento che si proponga una limitazione della libertà di mandato. E' nel nostro DNA, non è un segreto, non ce lo siamo inventati ieri e queste persone sapevano perfettamente bene di aderire a un movimento che pone dei paletti addizionali alle leggi vigenti.
Chi si comporta come Mastrangeli ieri e la Gambaro oggi perpetra un inganno nei confronti di chi gli ha permesso di essere al Senato della Repubblica a rappresentare proprio un movimento che, visto il periodo storico che stiamo vivendo e vista la scarsa affidabilità dei politici che guidano la nostra terra, si propone di limitare la loro libertà parzialmente. Il principio del libero mandato si poggia su una forma particolare di rappresentanza detta rappresentanza politica o fiduciaria. ma se noi stiamo andando nei palazzi del potere proprio perché questa fiducia è venuta meno, significa che in questo particolare frangente la libertà di mandato limita il ricambio di uomini e la disgregazione della casta.
E' per questo che stare alle regole che si sono sottoscritte al momento della candidatura alle parlamentarie è essenziale.
Un parlamentare che si trovi in disaccordo con le linee guida del movimento ha, a mio parere, allo stato attuale, due scelte.
Può rinunciare al mandato e continuare a sostenere le proprie posizioni, dando ad esse ancora maggior forza, la forza della correttezza e della coerenza.
Oppure può adeguarsi alle linee guida e alla fine del mandato mettere in chiaro su cosa non era d'accordo, aprendo una discussione sul tema o i temi su cui si è trovato in disaccordo. Sulla base della discussione aperto potrà quindi decidere se continuare a rimanere nel movimento oppure no.





1 commento:

  1. L'unica cosa che mi dispiace è che quando se ne vanno si godranno un sacco di soldini!
    http://www.silviafossi.it/

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