mercoledì 19 giugno 2013

L'incudine e gli zebedei


Piazza Verdi si sta rivelando una vera piazza dei Miracoli, dove tutto non è quel che sembra e tutto cambia forma, svelando la propria reale natura.
Il primo miracolo è stato il riuscire a far balzare la sonnolenta Spezia agli onori della cronaca nazionale, il secondo l'aver sentito Sgarbi parlare per più di tre minuti senza citare capre o animali di altra razza.
Ora siamo in attesa del terzo, così il Sindaco potrà dare mandato al Motosegaiolo di corte, affinché spedisca i pini monumentali della piazza nell'aldilà, con una patente di santità in regola.
A candidarsi, per fornire materiale per il prodigio mancante, è inaspettatamente il diavolo, con tanto di falce e martello, che nella migliore tradizione guareschiana si incarna in un Peppone nostrano, dalle mani grandi e dal vocione rassicurante, sempre pronto a venire in soccorso dell'acqua santa.
Il tentativo, più che di miracoloso, ha della prestidigitazione, che rappresenta poi i prodigi dei poveri e quindi della classe operaia che di miracoli veri ne ha visti davvero pochi.
Con un abile volteggio delle grosse mani, il nostro diversamente comunista ha ridipinto con poche frasi un quadro della situazione che ricorda la pittura di Bruegel e ha evocato un bestiario di disadattati, di reietti e di emarginati, a difendere la Piazza per quel che è, mentre dall'altro lato della barricata, c'è chi armato della propria falce e del proprio martello, difende lo sviluppo, l'occupazione, il progresso e il futuro.
In questa strana mistura magica, il rosso, comunista, relativo, si fonde con quello degli archi di cemento che costituiscono il futuro lavorativo per un povero architetto nostrano e un altrettanto povero archistronzo d'oltralpe. 
Nel suo rimestare un passato smarrito nei ricordi a un ipotetico domani, mescola piazze piene di operai a pugno chiuso, esistenti ormai solo nella sua memoria, a figure bidimensionali che popoleranno uno spazio aggregativo che sarà vuoto, nei tristi e freddi giorni invernali, quanto nei caldi e afosi giorni estivi.
Certo, il bestiario mostruoso contro cui si erge il nostro eroe indemoniato non ha problemi di lavoro. A risolverglieli hanno pensato quelli di cui è il giullare da anni, nel senso che non essendocene più, non è certo il lavoro a creare problemi.
Ma il nostro prode non prodiano non si arrenderà di fronte alla masnada di trombati e mancati consiglieri, reietti anche dalla loro stessa stirpe. Lui, dall'alto dei suoi quattordici preferenti li domina, anche per statura e li fermerà a colpi di falce, ma sopratutto di martello, tanto l'incudine e gli zebedei saranno altri a metterceli, i soliti, come sempre.

2 commenti:

  1. Io ho mandato una copia del giornale a Sgarbi sperando che rientri in gioco ma la magistratura si incazza solo con Berlusconi e non potrebbe dire qualche parola anche riguardo la nostra povera piazza

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  2. Diciamo che c'è di mezzo anche Berlusconi, così arrivano magistrati furiosi da tutta Italia

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