lunedì 24 febbraio 2014

I "panni sporchi" nel golfo della Luna




Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di ospitare Stefano Santachiara, freelance, collaboratore con il Fatto Quotidiano e coautore insieme a Ferruccio Pinotti del libro "I panni sporchi della sinistra" a Vezzano e La Spezia il giorno 22, dove l'Allende ha accolto la sua presenza e quella dei nostri parlamentari Matteo Mantero, Simone Valente, Sergio Battelli e Massimo Baroni con un tutto esaurito, e a Levanto e Lerici, il 23.
Santachiara è persona preparata e durante le varie presentazioni del libro abbiamo avuto modo di approfondire vari aspetti messi in luce nel volume che ha scritto. Al di la della parte che può attirare inizialmente più l'attenzione, quella su Napolitano, si scopre, leggendolo, un volume prezioso per i riferimenti, i dati e le cifre, di a una sinistra in continua mutazione genetica e per le frequentazioni di solito semi sconosciute dei suoi uomini, leader e personaggi che si sono, nel tempo, aggirati "dietro il trono".
La parte del libro che forse ho trovato più accurata e interessante è quella dedicata alle fondazioni degli ex Democratici di sinistra.
Partito gravato da ingenti debiti, tecnicamente non confluiti nel Pd, hanno generato diverse fondazioni (55, secondo gli autori) costituite dalle varie federazioni provinciali, sotto la supervisione del tesoriere Sposetti.
Nel 1996 i Ds sono esposti per 502 miliardi di vecchie lire con le banche, di cui 203 verso il gruppo Banca di Roma, dovuti al fatto che il partito si è fatto carico del grave indebitamento del quotidiano «l’Unità».
Cinque anni dopo, quando la storica testata viene ceduta a una cordata guidata da Renato Soru, l’esposizione dei Ds sfonda il tetto dei 1130 miliardi di lire.
Sposetti, di cui il libro svela luci e ombre, ha davanti a se una missione da brividi. 
I Ds rientrano in parte del loro debito con la cessione di immobili di valore. Il tesoriere sovrintende all’inventario di terreni, case e oggetti di pregio donati da militanti in settant’anni di vita del Pci.
Stiamo parlando di 2399 immobili e 40 dipinti di «patrimonio comunista», affidati inizialmente a una fondazione centrale del partito che nel 2007 vengono donati a 55 microfondazioni create ad hoc e corrispondenti alle varie federazioni locali. 
Queste fondazioni, slegate in tutto e per tutto dal Pd, affittano al nuovo partito 1819 immobili, prevalentemente in comodato gratuito. [...] Le fondazioni non rientrano nel bilancio dei Ds, dove si registrano ancora nel 2011 esposizioni bancarie per 156,6 milioni di euro: 101 milioni derivano dall’accollo liberatorio dei debiti della «cessata partecipata L’Unità Spa in liquidazione». 
Il partito, di fatto estinto, conta ancora 49 dipendenti e ha un disavanzo di 145 milioni di euro. Abbiamo perciò un partito indebitato – Ds – che si scioglie e si moltiplica in fondazioni, e che controlla le sedi del Pd.
Nella provincia spezzina le fondazioni degli ex Democratici di sinistra sono addirittura due.
La prima è la “Fondazione Duemilasette”, costituita con atto notarile il primo dicembre 2007 e facente capo agli ex DS della Spezia. La seconda è la “Fondazione Luna Nuova” che fa capo agli ex DS di Sarzana, vera e propria enclave all’interno del territorio provinciale.


La Fondazione Duemilasette

Ad oggi è proprietaria di 50 beni immobili (nei comuni di Ortonovo, Castelnuovo, Santo Stefano, Arcola, Vezzano Ligure, Lerici, La Spezia, Bolano, Follo, Beverino, Riccò, Riomaggiore, Levanto, Bonassola, Deiva Marina.
Tra i beni di cui la fondazione è proprietaria si annoverano l’attuale sede provinciale del Partito democratico di via Lunigiana, ex sezioni diessine oggi circoli del Pd, dodici immobili affittati, 7 terreni con strutture per organizzare feste, per un valore complessivo di otto milioni di euro.
Oltre ai 12 circoli PD della Spezia, giusto per citare qualche dato, la fondazione è proprietaria dei circoli ARCI di Levanto, Bonassola e Deiva Marina. Oltre a questi beni che vengono concessi in comodato d’uso a un partito che di fatto è subalterno alla fondazione vi è una pinacoteca del valore di oltre 60.000 euro comprendente quadri e documenti di valore storico.
Scorrendo l'atto costitutivo della fondazione si legge che al primo punto tra gli obiettivi che si pone vi è "affermare, diffondere e sostenere l’identità, il pensiero, la storia, la tradizione culturale e l’azione della politica della sinistra italiana". 
Risulta un po difficile conciliare questo progetto con l'uso dei beni che i "compagni" hanno donato ai tempi della guerra fredda, per contrastare il capitalismo occidentale, in una fondazione che di fatto controlla la scarsella del Partito Democratico.
E' interessante, inoltre, visitando il sito della fondazione, scoprire che l'unica parte aggiornata per davvero è quella in cui si chiede ai simpatizzanti il 5 per mille, come se non fosse già abbastanza cospicuo il "capitale" (r.i.p. Marx) che un manipolo ristretto di persone controlla.
Dal sito, oltre l'assenza totale di iniziative, studi, pubblicazioni e corsi di formazione (le cui sezioni sono vuote quasi come quelle del partito) si ricavano i nomi dei consiglieri d'amministrazione e d'indirizzo e troviamo alcuni nomi conosciuti.
Spiccano nel consiglio di amministrazione della fondazione, l'attuale assessore all'ambiente del comune della Spezia, Davide Natale, quello secondo cui il carbone è un toccasana e sempre secondo cui a Pitelli il comune ha agito bene.
Talmente bene che non più tardi del 22 abbiamo portato i nostri parlamentari a Montemontada per far spiegare loro da un geologo l'ingarbugliata situazione in cui versa l'ex deposito temporaneo (permanente)  di rifiuti che sovrasta Pagliari.
Altri nomi conosciuti che saltano fuori sono quelli del Sindaco di Santostefano di Magra, Juri Mazzanti e di Giovanni Fortunato, ex Sindaco di Ortonovo e oggi presidente del Cidaf, finito in tribunale per aver dato dell'imbecille in consiglio comunale a un cittadino di cui non aveva gradito le proteste.
Il nome che attualmente è più di "grido" lo troviamo nel Consiglio di indirizzo, presieduto dall'attuale ministro Guardasigilli, ex Ministro per l'ambiente, Andrea Orlando.
Nel  C.d.A. troviamo, nel ruolo di Presidente che nel consiglio di indirizzo il tesoriere del PD Franco Giacomo Polucci.
Spunta il nome di Moreno Veschi, invece, all’interno del Comitato scientifico le cui attività non sono documentabili facilmente a partire dal sito, scientificamente vuoto nelle sezioni delle attività come in quello dell'archivio.
Altro nome interessante che si trova nel C.d.A.è quello di Fulvio Campodonico Presidente, dal 1997 al 2007 della Lerici Mare srl, società mista di cui il comune di Lerici detiene il 51% delle quote mentre il 49% è detenuto da soci privati che gestiscono dalla Baia Blu a Fiascherino la totalità delle spiagge libere attrezzate, da tempo sotto accusa per lo scarso rendimento, in termini di entrate, per il comune a fronte dei grassi introiti che finiscono nelle tasche dei soci di minoranza privati.
Un vero e proprio monopolio privato de facto, vista l'assenza totale di gare pubbliche per l'assegnazione degli spazi
Situazione abbastanza singolare quella di Campodonico: da una parte riceve in gestione buona parte del litorale lericino da un comune amministrato da persone il cui partito ha sede in locali che lui, di fatto partecipa nel conceder loro in comodato d'uso gratuito.
Quando si dice che una mano lava l'altra..




Non va meglio sul fronte sarzanese, per il quale la situazione fondazioni è più fumosa ed è difficile anche reperire informazioni dettagliate al riguardo, vista l'assenza di un sito web.


La Fondazione Luna Nuova

Della fondazione sarzanese si trovano poche sporadiche informazioni dalla stampa locale, per lo più risalenti alla sua nascita, che è stata quanto meno travagliata.
Dalle notizie parziali che ho ricavato da due articoli risalenti al 2009 della Nazione, la fondazione è rimasta paralizzata, senza un C.d.A definito per oltre un anno, per guerre intestine, risoltesi al momento dello scontro tra Franceschini e Bersani per la segreteria del "Partito Diplastica".
Tra le proprietà di cui questa fondazione è in possesso spicca, dalla stampa, la storica sede in piazza Matteotti.
I nomi che ricorrono negli articoli, per il consiglio di 7 “saggi” preposti a definire il C.d.A. sono quelli di Giovanni Lorenzo Forcieri, attuale Presidente della Autorità portuale, parlamentare di lungo corso e Guccinelli, attuale assessore alla regione Liguria anche lui con anni di esperienza di navigazione politica.
Singolare che, nel 2009, tra i nomi dei possibili consiglieri di amministrazione che vennero proposti ci sia stato anche quello di Cavarra, attuale Sindaco di Sarzana, ruolo ricoperto nel passato, proprio da Forcieri e Guccinelli.

Il 22 all'Allende, un anziano signore ha chiesto ai presenti, Santachiara, parlamentari e consiglieri, dove fosse finita la sinistra. Il contesto in cui lo domandava era legato al fatto che chi sente nel suo sangue ancora viva la tradizione e gli ideali di quella che si definisce sinistra storica è spaesato e disorientato dalla situazione attuale, ma trova difficile cambiare o sperare in un Movimento come il nostro. 
La sua era una richiesta, quasi un grido di aiuto di chi ha visto tradita la propria fiducia e non riesce a capire i meccanismi nascosti alla vista che hanno portato alla fine di una ideologia che tanto ha influenzato il nostro Paese.
Ho preso la parola per spiegargli, per sommi capi, quanto ho ora messo in questo blog in modo più esaustivo, e dirgli che a mio parere la sinistra è morta nelle fondazioni, come quella spezzina, che dichiarano nello statuto una cosa ma che hanno scopi ben diversi e che, guarda caso, portano alle poltrone sempre e solo gli appartenenti a quello stretto giro di persone che in misura maggiore o minore controllano il patrimonio, con buona pace dei compagni e del buon Marx.



secolo xix 31 gennaio 2014 pag. 20

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