domenica 31 agosto 2014

Acqua pubblica? Ma no, quotiamola in Borsa!


Pensavate che il peggio del peggio, dal punto di vista della gestione dei beni comuni, fosse Berlusconi? Non datevi pena, Renzi riesce a batterlo anche su questo.
Stando a quanto riporta in una sua nota Marco Bersani, di Attac Italia, Renzi, in uno dei pacchetti dello Sblocca Italia, fa molto peggio rispetto al tentativo di obbligare alla privatizzazione che il Cavaliere si inventò due mesi dopo la vittoria referendaria.
Stavolta non si parla solo di privatizzazioni infatti. Entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che gestiscono il trasporto pubblico locale e il servizio rifiuti dovranno collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.
Per Bersani il fatto che non venga esplicitamente citata l'acqua non è rassicurante perché da una parte si deve ricordare che il referendum riguardava tutti i servizi pubblici e dall'altra che quasi sempre chi gestisce l'acqua sono multiutility che gestiscono anche i rifiuti e altri servizi pubblici locali.
Si avrebbe quindi un effetto domino con le multiutility più in difficoltà a livello finanziario (vi ricorda qualcuno?) portate a privatizzare tutto anche per poter usufruire delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.
Si corre il rischio di vedere consegnati ai grandi capitali finanziari mercati redditizi in gestione di monopolio, visto che per ogni territorio si ha un solo acquedotto e un solo servizio rifiuti. Al centro di questo disegno di "esproprio" a danno dei cittadini vi è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti. Pare infatti che sia allo studio un apposito fondo per finanziare la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Ciliegina sulla torta, l'Anci ha espresso pieno consenso a questo disegno di esproprio per bocca del suo Presidente Piero Fassino.
Marco Bersani nella sua nota si domanda se non sia giunta l'ora di dare vita a una aggregazione degli enti locali alternativa a Anci visto che quest'ultima pare essere più al servizio dei poteri forti che dei cittadini.
Non so quanto questa via sia praticabile ma la domanda mi pare quanto meno lecita.
Di certo vi è che chi come me si è sbattuto per difendere il diritto ad avere l'acqua come bene comune pubblico non starà a guardare!!!

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