martedì 2 settembre 2014

La TBC, il razzismo all'italiana e l'immigrazione

L'immigrazione è un problema serio, da affrontare e gestire in modo razionale. E' o dovrebbe essere un problema europeo, ma l'Europa sembra esistere solo negli spot che la RAI ci propina per dirci quanto siamo fortunati che l'Unione ci sia.
Affrontare questo problema con degli slogan leghisti o pseudo tali, o con il buonismo della sinistra, può attirare forse dei consensi ma non credo possa aiutare a risolvere il problema. Urlare che devono andare tutti a casa o che si deve accogliere tutti può solo che peggiorare la situazione. 
Io credo che ci sia bisogno di controlli seri, di visite mediche e di sicurezza per chi è impegnato nella fase più complicata: l'accoglienza.
Questo perché chi scappa da guerre e persecuzioni non ha modo di verificare il proprio stato di salute alla partenza. E' già tanto se salva la pelle.
Beppe o chi ha scritto l'articolo per lui sul blog, solleva quindi un problema serio e da non sottovalutare.
Lo fa a mio parere con toni e modi sbagliati, che hanno prestato il fianco a attacchi e critiche. Lo fa anche con diverse imprecisioni. La TBC non era sparita da secoli dall'Italia, purtroppo. Fu debellata con grande fatica ed è vero che molti dei pazienti affetti sono di origine extra comunitaria (anche gli USA sono "extracommunitari") però ci sono diversi casi di italiani che la TBC se la sono presa in Africa o altrove durante ferie all'estero.
  La TBC è uno dei grandi killer dell' umanità. Uccide quasi 2 milioni di di persone ogni anno.
 Non viene pubblicizzata come altre malattie, tipo l'AIDS e la ricerca spende pochissime risorse per trovare soluzioni. Di fatto la ricerca di farmaci anti TBC è ferma da anni e si sono sviluppati ceppi multi resistenti. Ossia ci sono ceppi che resistono quasi a ogni farmaco. Demonizzare i portatori sani non ha alcun senso, così come ingnorare il problema o peccare di buonismo. Aggiungiamo che in Italia nessuno di noi è più immune alla TBC, avendola quasi debellata del tutto per diverso tempo.
Se la ricerca avesse più fondi a disposizione si potrebbero sviluppare nuovi farmaci e non solo per noi, ma anche per tutti coloro, bambini in primis, che muoiono ogni giorno in varie parti del pianeta.
 Se da una parte non mi piace per nulla l'articolo che è apparso sul blog (qualcuno ha definito i toni usati come quelli di un ubriacone al bar), dall'altra mi fa ancora più senso chi coglie la palla al balzo per parlare di proclami razzisti, come ha fatto Ferrero di Rifondazione.
Tenere alla salute pubblica non è razzismo. Tenere alla salute di chi accoglie questi disgraziati non è razzismo. Non parlare del problema, non individuarne le cause, così come non offrire soluzioni o distrarre l'attenzione per cercare consenso e visibilità contribuisce ad accrescere il razzismo.
Finanziamo di più la ricerca piuttosto che perdere tempo in post o comunicati inutili..

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