venerdì 7 novembre 2014

Gli sFascisti del nuovo millennio

Una volta si radunavano nei cascinali, o nelle cantine, si caricavano a bicchieri di vino forte e a slogan semplici, di quelli che tirano fuori l'adrenalina dalle vene. Facevano branco come i cani selvatici e puntavano un bersaglio, in genere un malcapitato, qualcuno da punire. 
Preparavano le loro divise e le loro bandiere, riempivano le bocce di olio di ricino e fissavano i bastoni, i "persuasori dinamici", alla cintura. 
Si davano pacche sulla spalla a vicenda, si ricordavano l'un l'altro quanto erano puri e di come gli altri fossero sporchi. 
Si facevano coraggio, il coraggio che i vigliacchi sanno trovare solo nel branco, nel gruppo, nei propri simili.
Poi veniva il momento dell'azione, delle gambe tremolanti e delle bastonate. Trovavano la vittima quando era sola, nelle vie buie,  quando potevano colpirla in tanti contro uno, in modo che non ci fosse la minima possibilità di reazione.
E colpivano duro, vigliaccamente duro.
Poi rientravano e c'erano canti di scherno e di vittoria. C'era cameratismo. 
Erano vili che potevano sentirsi coraggiosi solo così, prima di tornare alle loro vite inutili e alle proprie frustrazioni di uomini mediocri. 


Oggi non è più così. Oggi per bastonare qualcuno non è più necessario uscire di casa, basta accendere un computer.
Oggi si ritrovano in una chat, meglio se segreta, di qualche social forum. Possono stare comodamente seduti su un divano a centinaia di chilometri uno dall'altro, anzi più sono distanti e meglio è. 
Maggiore è la distanza fisica e più facilmente ognuno di loro può monitorare una fetta diversa di territorio digitale. Le vie in cui aggredire i malcapitati sono i gruppi di discussione, i forum, le chat. Ognuno di loro è un influencer, nel senso più spregevole del termine. 
Non godono della buona reputazione, tipica di chi esprime opinioni interessanti e col tempo viene seguito per questo da sempre più persone (good influencing), ma spesso sono mediocri blogger o figure opache che prese singolarmente fanno quasi pena, degli spammer da quattro soldi.
Quando agiscono però sembrano una moltitudine. Intervengono nelle discussioni e agli sprovveduti o a chi legge superficialmente, il messaggio che arriva è che se tanti individui distinti danno contro a uno solo, qualche buona ragione ci sarà. 
Lo spettacolo infatti è rivolto ai terzi, sempre e comunque. Non a convincere, non a dialogare, ma a spegnere ogni opinione contraria sul nascere o a seppellire qualche informazione scomoda in centinaia di messaggi aggressivi.
L'obiettivo non è l'annichilimento fisico, ma quello intellettuale.
Prima di partire in missione si caricano nei loro covi segreti, si spalleggiano a vicenda e incitano all'odio contro le loro vittime.
E a meno di essere un frequentatore pesante della rete, che può rendersi conto che sono i soliti quattro idioti a girare in lungo e in largo l'Italia virtuale, si ha l'impressione che il pensiero dominante sia il loro.
Sono gli sFascisti del nuovo millennio. Le nuove maschere di un carnevale che non fa ridere. 
Usano due facce e due voci: una pubblica, dove appaiono sobri e seri e una privata, dove viene fuori tutta la mediocrità delle loro vite, tutte le loro frustrazioni, tutta la loro pochezza. 
Sono i lupi traverstiti da agnelli: quelli che vivono nella mezz'ombra, fino a quando qualcuno non punta su di loro una luce diretta e non mostra a tutti la loro vera natura, la loro viltà.
Allora e solo allora cercano una nuova zona d'ombra in cui nascondersi, in cui riconoscersi per ricominciare. Privi di una loro identità cercano conforto nei propri slogan, nelle proprie bandiere, nei propri principi: dogmi variabili all'occorrenza.






Nessun commento:

Posta un commento