mercoledì 8 luglio 2015

Buon semi-compleanno Epurazione!



Con oggi sono passati sei mesi esatti dalla mia "NON" candidatura alle regionali della Liguria: un semi-compleanno.
Credo che molti di quelli che mi leggono sappiano di cosa parlo, ma a uso e consumo di chi non ne sapesse nulla faccio un breve riassunto.

Come altri attivisti spezzini, mi era stato chiesto a più voci, da parte del gruppo spezzino del M5S, di candidarmi alle regionali liguri. A fine 2014 quando vennero aperte le candidature accettai le condizioni proposte e le clausole vessatorie e cliccai su accetta.
Le regionalie andarono "in onda" a cavallo tra il vecchio anno e quello nuovo e come altri attivisti preparai il video di presentazione, scaricai la mail dello staff che mi invitava a recarmi alle
graticole e partecipai a quelle preparate per la provincia spezzina.
L'8 gennaio, il giorno del voto, il mio account ha semplicemente smesso di esistere, per circa 48 ore.
Risultato: non sono apparso nell'elenco dei candidati e nessuno ha potuto scegliere se votarmi oppure no.
A nulla sono valse le segnalazioni telefoniche a Milano, alla Casaleggio associati a votazione ancora aperta e nessun effetto ha sortito l'invio di lettere allo staff da parte degli attivisti spezzini. Da allora ho provato più volte a ottenere spiegazioni sull'accaduto, senza ottenere risposta alcuna.
Ho evitato di fare piazzate sotto elezioni, non è nel mio stile. Sapevo bene che impatto avrebbe potuto avere sul voto una notizia di questo genere e l'ultima cosa che volevo era contribuire alla vittoria di una Paita nella mia terra d'origine.
La mia vicenda sarebbe stata sicuramente strumentalizzata e io non volevo questo. Volevo e voglio tutt'oggi, sapere cosa sia successo, perché credo che sia un mio diritto in qualità iscritto al M5S e che sia un dovere del Movimento fornire una risposta chiara e esplicita a situazioni come la mia.
Non avendo ricevuto ad oggi risposte posso solo avanzare ipotesi sull'accaduto che, a ragion veduta, aprono scenari uno peggiore dell'altro.

Errore del sistema informatico
Una possibilità è che il sistema informatico abbia fatto cilecca. Da informatico posso dire che questa possibilità esiste sempre in ogni sistema. Onestamente un voto su sette regioni coinvolge sicuramente meno persone di una elezione come le politiche 2013 dove hanno votato molti più iscritti contemporaneamente, per cui delle due o il sistema ha subito modifiche nel tempo e tali modifiche lo hanno peggiorato, oppure è intervenuto un errore dovuto al cosidetto fattore umano.
In quest'ultimo caso sarebbe da indagare su chi ha accesso al sistema, attraverso quali pannelli lo fa o se la "ditta" che certifica il tutto abbia davvero compiuto il lavoro per cui viene, presumo, pagata.
In tutti i casi non ci si fa una bella figura.
Un movimento che fa della democrazia in rete la propria bandiera non può permettersi di avere un software di scarsa qualità o uno staff inadeguato numericamente o incapace di gestire le emergenze nelle fasi di stress del sistema così come non si può affidare a un certificatore che non si accorga che ci si è persi un candidato per strada.
Ci sarebbero inoltre un paio di questioni legate alla legge sulla privacy che non possono venire ignorate. Uno degli obblighi di chi detiene dati sensibili è di averne cura e non credo che nel mio caso questo sia avvenuto.
In questo senso, se un errore sarebbe perdonabile, il silenzio seguito fino ad oggi, in risposta alle mie richieste di chiarimento, è intollerabile.
Credo che nella mia situazione qualunque iscritto del movimento riterrebbe di aver dirittto a una qualche spiegazione.

Epurazione politica alla vecchia maniera
La seconda possibilità è che la mia candidatura potesse essere considerata ingombrante o fastidiosa o dare noia a qualcuno all'interno del movimento e che siano state messe in atto delle contromisure per impedirmi di partecipare.
Nel 2013 alle parlamentarie avevo ricevuto 202 preferenze. Le regionalie sono state organizzate in due passaggi: prima si è votato a livello provinciale per stabilire chi fossero i candidati, dopo di che a livello regionale per chi volesse presentarsi come candidato a Governatore.
Le preferenze che presi nel 2013 sarebbero state un numero di tutto rispetto anche per le regionalie, considerando che dal 2013 il numero di attivisti che mi conoscono è decisamente cresciuto. 
Ero e sono ingombrante nel movimento.
Lo sono come attivista perché sono uno che si da da fare e capita spesso che quando do vita una iniziativa questa venga identificata con una iniziativa del Movimento pur non essendo io portavoce di altri che di me stesso.
Mentre altri si affannano a parlare di loro stessi al plurale majestatis nel tentativo di apparire quel che non sono o antepongono titoli ampollosi al proprio nome (portavoce di questo comitato, rappresentante del coordinamento della rava e della fava) io a volte finisco sui giornali anche quando do vita a iniziative come semplice cittadino non direttamente ascrivibili al M5S. Otto anni di attivismo sul territorio hanno il loro peso e le loro conseguenze, che siano gradite o meno.
Inutile sottolineare quindi che a più di uno una mia eventuale epurazione nazi-staliniana avrebbe fatto molto comodo.
Altra motivazione potrebbe risiedere in mie dichiarazioni che potrebbero essere state riportate allo "staff" in modo strumentale, o la mia ferma convinzione che il movimento aveva il dovere di correre per arrivare a governare la Liguria e non per fare opposizione: ritengo si sia dissipato un capitale di consensi che poteva e doveva essere mantenuto.
Potrebbero esserci altri motivi alla base di una mia eliminazione volontaria: sono notoriamente un sostenitore del valore del lavoro che Pizzarotti sta portando avanti in una situazione complessa e difficile; tendo sempre a prendere una posizione, anche quando sarebbe più comodo fare il paraculo e tacere; più di una persona nel M5S ha avuto il mio supporto quando era scomodo esporsi a altri tacevano; non mi è mai interessato risultare simpatico perché sostengo che chi si va a proporre nel M5S debba innanzitutto venir valutato per quel che può dare e che può fare per i cittadini.
Infine potrei aver dato fastidio alle lobby vegane o agli illuminati. [Ovviamente scherzo :-)]

Qualunque sia la verità lo stato dell'arte è che dopo sei mesi ancora non so cosa sia successo e questo significa che probabilmente non la saprò mai.
Al contrario di quanto possano pensare certi miei detrattori, la perdita della candidatura di per se mi tocca molto poco. So che avrei potuto dare il mio contributo e che non sarebbe stato un contributo da poco, ma al di la di quello non ho rimorsi né rimpianti.

E' chiaro però che da dopo quell'evento la mia fiducia nel sistema con cui è gestita l'organizzazione interna del movimento è discretamente scemata. Attenzione, non è la fiducia nelle idee del movimento a essere venuta meno. Sono semplicemente convinto che il sistema così come è organizzato non va, non funziona, non è efficiente e sopratutto non è all'altezza delle necessità di un movimento politico che raccoglie attorno a sé il 25% dei pochi che ancora si ostinano ad andare a votare.
Inizialmente il ruolo dello staff, chiunque lo componga, era di valutare la qualità della azione politica delle liste civiche a 5 stelle. In pratica se uno batteva balengo e voleva aprire un inceneritore davanti a una scuola elementare il compito dello staff era di levargli la certificazione.
I controlli funzionavano perché i numeri erano ristretti.
Non entro nel dettaglio di cosa sia diventato lo staff da un certo punto in poi. Esistono molte versioni e molte leggende metropolitane al riguardo.
A me interessano i fatti e i fatti dicono che non si sa chi prenda effettivamente una decisione, non si sa il percorso attraverso il quale si approda alla decisione, né da chi parta la richiesta di valutazione dei fatti.
Nella fattispecie non vi è un canale diretto di comunicazione per risolvere in tempo reale problemi legati al sistema informatico, qualora si tratti di questo, né tanto meno la possibilità di avere chiarimenti interni da fonte certa con trasparenza, nel caso il problema fosse di altra natura.
Siamo il movimento del "sentito dire", sotto questo profilo. Ci affidiamo a una mail di supporto o all'intermediazione di un portavoce che conosciamo o di qualcuno che non è nemmeno portavoce, ma che siccome magari forniva le salviette da bagno al camper di Beppe allora forse può parlare con Tizio che può chiedere a Caio se Sempronio sa dirci cosa è successo.
Questo costituisce una limitazione alla crescita della credibilità del M5S e favorisce un humus di personaggi e personaggetti che in maniera poco chiara si spacciano per influenti. Sono quelli che io chiamo i sussurratori dietro il trono. Queste leggerezze sono cose che poi si pagano: in termini di risorse umane (persone valide che abbandonano l'attivismo) e in termini di urne che si svuotano.

Nel mio caso, la conseguenza di quanto avvenuto è che ho rallentato molto la mia attività organizzativa nel M5S.
Ho lasciato il gruppo comunicazione quasi subito dopo i fatti di gennaio, mantenendo parzialmente i compiti di amministratore sui siti web vista la mia professione di informatico.
Inoltre quest'anno per la prima volta non ho alcun ruolo organizzativo nella festa estiva del Golfo sotto le 5 Stelle che è giunta alla sua quinta edizione che ho praticamente a suo tempo inventato dal nulla insieme a Carlo Colombini e che ho visto crescere fino a divenire lo scorso anno la prima ecofesta riconosciuta del Movimento.

In tutta questa vicenda ho visto troppe persone parlare da 5 stelle ma non agire come tali: ho ricevuto tante pacche sulla spalla privatamente, sopratutto dai candidati, ma visto troppi pochi mostrare il coraggio nel voler affrontare per davvero l'accaduto.
Se non altro tutto questo è servito a rivelare la natura ipocrita di molte persone.
Ad ogni modo, siccome di chiacchiere e di retorica ne ho fin sopra le orecchie, da dopo la mia "epurazione" che sia tecnica o politica, mi limito a portare avanti le idee in cui credo e che ritengo possano originare battaglie concrete, oltre a denunciare quel che vedo non funzionare, con la speranza ciò sia utile a rallentare una deriva sponsoristica che vede sempre meno contenuti e sempre più spot al centro della attività del movimento e se questo mi porrà al margine me ne farò pacatamente una ragione :-)
Quando si vuole bene a qualcuno o a qualcosa si lotta fino alla fine per salvarlo, ma sono contrario all'accanimento terapeutico e il movimento, per quanto gli abbia donato 8 anni di vita, non fa eccezione.

2 commenti:

  1. Non è accaduto solo a te. Le porcherie interne ormai sono innumerevoli

    RispondiElimina