lunedì 11 agosto 2014

Crociere alla Spezia: un turismo palliativo poco ecosostenibile


Leggo sempre più pareri favorevoli ed entusiasti per l'arrivo delle Crociere alla Spezia. E' innegabile che la città stia traendo un beneficio apparente dovuto alle presenze di turisti  (anche se sarebbe meglio definirli attraversamenti) sul territorio. D'altra parte se la previsione fatta da MSC a fine 2013 dovesse prendere corpo si realizzerebbe il passaggio di 415 mila croceristi nel 2014 e con questi numeri è chiaro che l'economia della città ne trarrebbe un beneficio concreto ed immediato in un periodo di profonda crisi.

MSC si è spinta a definire strategico lo scalo spezzino il che farebbe pensare alla possibilità di sviluppare una strategia a medio lungo termine basata sulle crociere. 
Io non mi sento di unirmi al coro degli entusiasti, che si va via via allargando, per diverse ragini che ora cercherò di spiegare..
Innanzitutto c'è una ricerca di Federconsumatori i cui risultati, se confermati, potrebbero deludere le aspettative di crescita del settore. Intendiamoci, per noi che partiamo come termini di raffronto da una assenza quasi completa del turismo da crociera il computo a fine anno sarà comunque positivo, ma se davvero la stagione crocieristica 2014 segnerà, dopo anni di crescita costante, una contrazione del mercato crocieristico nazionale, come l'analisi di Federconsumatori lascia intendere, significherà che come al solito siamo arrivati tardi, in un settore che non è detto continui a crescere.
Stando a Stefano Cipolli, ricercatore di Federconsumatori, due sono i motivi alla base della contrazione di mercato:il primo riguarda una riduzione sia del numero che degli itinerari di navigazione, la seconda il minor numero di navi, spostate in aree extraeuropee dalle principali compagnie di mercato.
Chi sostiene che si possa investire a lungo termine (e quindi anche con la realizzazione di "grandi opere") nelle crociere, potrebbe quindi essere in errore.
Se fosse solo la ricerca di Federconsumatori a darci indizi sul fatto che questa possibile eldorado si riveli una cava di pirite si potrebbe anche scommettere su un loro errore di valutazione, ma ci siamo chiesti come mai La Spezia diventa "Improvvisamente" srategica nel 2012/2013 e non prima? Al di la delle belle parole di MSC, che ci lusingano per la nostra posizione geografica invidiabile si dovrebbe fare mente locale sul fatto che non ci siamo spostati di un metro nelle ultime ere geologiche, così come non lo hanno fatto le mete che noi ora, improvvisamente, saremmo strategicamente utili a raggiungere.

Per capire l'origine dell'interesse del settore per La Spezia (e per altri porti considerati fino a un certo punto della storia "minori") si deve andare a rileggere le parole di Michael Bayley, vice presidente di Royal Caribbean Cruise Line, in occasione di un'altra grande crisi recente, quella del 2008. In tale frangente RCCL (Royal Caribbean Cruiser Line) affrontò la prima grande crisi di un settore che pareva non conoscerne sopprimendo quattrocento posti di lavoro, e soprattutto abbattendo le spese di gestione di 125 milioni di dollari, oltre a un secco no ai dividendi agli azionisti. Per reggere il mercato sul momento si tennero le navi piene grazie alle offerte che le compagnie come RCCL effettuarono, ma come disse lo stesso Bayley in una intervista "questi "prezzi ridicoli" permettono di non affondare ma “questo non aiuta” a risollevarsi". 
 Fu a seguito di quella crisi che si pose il problema della ricerca di nuove strategie.
 "La parola chiave ora è “differenziare”, dichiarò Bayley, cioè essere presenti ovunque, senza trascurare nessuno, neanche il più piccolo mercato a  disposizione nel mondo.
E torniamo a noi, come spesso accade gli americani indicano la rotta e il resto del mondo la segue. MSC sta applicando la stessa strategia per evitare che la nuova grande crisi intacchi posti di lavoro, ma sopratutto i dividendi dei suoi azionisti. 
Gli indizi quindi diventano due: il settore si potrebbe contrarre e la presenza nei porti medio piccoli è una strategia usata in passato per affrontare una crisi e mitigarne gli effetti.
Già questo dovrebbe smorzare un po certi entusiasmi, sopratutto in chi pensa valga la pena di stravolgere l'assetto economico della città per votarsi anima e corpo alla crocieristica.
Ma c'è un terzo aspetto che a prima vista può apparire secondario ma che non lo è in un computo economico di medio lungo periodo per chi amministra la cosa pubblica.
Si tratta dell'impatto ambientale provocato dalle navi da crociera e da un turismo che se non viene ben gestito è tutto tranne che sostenibile.
Una attività turistica mirata al profitto immediato e ad obiettivi di breve termine, comporta  costi sociali e ambientali di gran lunga superiori ai benefici economici.
Il turismo e l’ambiente naturale sono strettamente interconnessi e se non si gestisce in maniera corretta, la natura e la biodiversità possono essere seriamente danneggiate da uno sviluppo incontrollato del turismo. Viene spontaneo chiedersi se La città della Spezia e il territorio circostanti sono pronti ad accogliere un incremento improvviso di presenze, anche temporanee, un turismo non sostenibile infatti può essere causa di degrado ambientale e di una forte perdita delle identità locali.

Occorre incentivare politiche  basate sulla qualità, intesa come qualità ambientale e culturale e sinceramente, tra tutte le tipologie di turismo quello crocieristico è forse il peggiore in questo senso.
Le crociere sono associate all’idea del lusso, al comfort e allo spreco. 
Ragionando alla "spezzina", cioè come si dice in dialetto "battendocene il belino" possiamo guardare al vantaggio apparente imemdiato che le crociere ci portano e ignorare il fatto che il Mediterraneo è già il bacino marino più inquinato da idrocarburi e sostanze chimiche tossiche di tutto il pianeta, che raccoglie il 25% del traffico del greggio mondiale pur rappresentando solo lo 0,7% delle acque mondiali e che è anche soggetto ad eutrofizzazione, ossia a quel processo di arrichimento di nitrati e fosfati che comporta la comparsa di fioriture di alghe sulla superficie dell’acqua, le quali decomponensosi in seguito portano alla perdita progressiva di ossigeno nel mare e alla fine della vita al suo interno.
Forse però potremmo essere interessati a effetti più immediati e che possono riguardarci più da vicino.
Le navi da crociera sono dei veri e propri alberghi viaggianti il cui inquinamento non impatta solo sul mare che attraversano (inquinamento proprio della nave, atmosferico e marino) ma anche sulle destinazioni raggiunte dai turisti  durante la scesa a terra.

I possibili impatti ambientali che derivano dal settore crocieristico comprendono l’attività svolta dai turisti una volta scesi. Di solito il crocierista è un turista giornaliero o a breve permanenza. Le località visitate sono letteralmente invase e sottoposte ad una forte pressione dal punto di vista ambientale e sociale. Tra gli impatti principali vi sono la
degradazione ecologica e l’aumento nella produzione di rifiuti.

Ora pensate ad ACAM e chiedetevi se siamo nelle condizioni di ospitare un turismo di questo genere senza che il beneficio economico iniziale venga superato dai costi di gestione e di non gestione del rifiuto, tipici della nostra provincia.
In conclusione penso che nonostante le green stars del RINA e i miglioramenti che col tempo il settore crocieristico sta portando avanti per diminuire l'impatto ambientale del trasporto di massa, non sia questo il futuro su cui dovremmo scommettere.
Il che, sia chiaro
, non implica rigettare di netto e in toto le crociere. Si deve prendere coscienza che il crocierismo va sfruttato finché dura, senza investire in grandi opere spropositate e cercando nel frattempo di ridurre il più possibile il danno che può portare al turismo di domani, che io immagino più come un turismo ambientale che conservi la diversità biologica e paesaggistica. Un turismo basato su una gestione corretta del patrimonio naturale e di quella che è l’eredità culturale del nostro territorio.

Il lavoro da portare avanti è far si che chi oggi transita come turista crocierista nella nostra provincia possa assaggiarne la storia, la cultura e apprezzarne le bellezze naturali, in modo che domani abbia motivo di tornare, a prescindere dalle crociere stesse, in questi luoghi, ritrovandole intatte, possibilmente.










Crociere in calo nel mar Mediterraneo
Crociere in calo nel mar Mediterraneo
Dopo anni di vacche grasse, arriva una prima frenata in vista per il mondo delle crociere. Un stop che potrebbe essere passeggero o duraturo, a seconda di come il mercato dei viaggi
assorbirà questa prima botta. Ma la crisi nel settore crocieristico, un settore che fino al 2013 non era stato stranamente intaccato dalla recessione, era nell'aria in Europa, basti vedere il calo dei viaggi nel periodo pasquale, mentre in Usa il settore dà segnali di risveglio.
La stagione crocieristica 2014 segnerà, dopo anni di crescita costante, una contrazione del mercato nazionale rispetto a quello della stagione 2013, archiviata in crescita. Lo scorso anno ha registrato infatti una chiusura il crescita del +5,1% con una movimentazione passeggeri che si è attestata a quota 11,44 milioni. Se verranno confermate le stime, a fine 2014 il totale movimento crocieristi sarà intorno ai 10,5 milioni, mentre gli attracchi (toccate nave) torneranno a valori simili a quelli del 2009. È lo scenario che prefigura la Federconsumatori, che oggi con l’Ente nazionale bilaterale del turismo, ha presentato una analisi sugli aspetti tariffari nelle località italiane ed estere nel 2014.La minor movimentazione prevista - ha spiegato Stefano Cipolli, ricercatore Federconsumatori - è dovuta principalmente a due fattori: il primo riguarda una riduzione sia del numero che degli itinerari di navigazione, la seconda il minor numero di navi, spostate in aree extraeuropee dalle principali compagnie di mercato. 
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Crociere in calo nel mar Mediterraneo
Crociere in calo nel mar Mediterraneo
Dopo anni di vacche grasse, arriva una prima frenata in vista per il mondo delle crociere. Un stop che potrebbe essere passeggero o duraturo, a seconda di come il mercato dei viaggi
assorbirà questa prima botta. Ma la crisi nel settore crocieristico, un settore che fino al 2013 non era stato stranamente intaccato dalla recessione, era nell'aria in Europa, basti vedere il calo dei viaggi nel periodo pasquale, mentre in Usa il settore dà segnali di risveglio.
La stagione crocieristica 2014 segnerà, dopo anni di crescita costante, una contrazione del mercato nazionale rispetto a quello della stagione 2013, archiviata in crescita. Lo scorso anno ha registrato infatti una chiusura il crescita del +5,1% con una movimentazione passeggeri che si è attestata a quota 11,44 milioni. Se verranno confermate le stime, a fine 2014 il totale movimento crocieristi sarà intorno ai 10,5 milioni, mentre gli attracchi (toccate nave) torneranno a valori simili a quelli del 2009. È lo scenario che prefigura la Federconsumatori, che oggi con l’Ente nazionale bilaterale del turismo, ha presentato una analisi sugli aspetti tariffari nelle località italiane ed estere nel 2014.La minor movimentazione prevista - ha spiegato Stefano Cipolli, ricercatore Federconsumatori - è dovuta principalmente a due fattori: il primo riguarda una riduzione sia del numero che degli itinerari di navigazione, la seconda il minor numero di navi, spostate in aree extraeuropee dalle principali compagnie di mercato. 
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Crociere in calo nel mar Mediterraneo
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assorbirà questa prima botta. Ma la crisi nel settore crocieristico, un settore che fino al 2013 non era stato stranamente intaccato dalla recessione, era nell'aria in Europa, basti vedere il calo dei viaggi nel periodo pasquale, mentre in Usa il settore dà segnali di risveglio.
La stagione crocieristica 2014 segnerà, dopo anni di crescita costante, una contrazione del mercato nazionale rispetto a quello della stagione 2013, archiviata in crescita. Lo scorso anno ha registrato infatti una chiusura il crescita del +5,1% con una movimentazione passeggeri che si è attestata a quota 11,44 milioni. Se verranno confermate le stime, a fine 2014 il totale movimento crocieristi sarà intorno ai 10,5 milioni, mentre gli attracchi (toccate nave) torneranno a valori simili a quelli del 2009. È lo scenario che prefigura la Federconsumatori, che oggi con l’Ente nazionale bilaterale del turismo, ha presentato una analisi sugli aspetti tariffari nelle località italiane ed estere nel 2014.La minor movimentazione prevista - ha spiegato Stefano Cipolli, ricercatore Federconsumatori - è dovuta principalmente a due fattori: il primo riguarda una riduzione sia del numero che degli itinerari di navigazione, la seconda il minor numero di navi, spostate in aree extraeuropee dalle principali compagnie di mercato. 
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Crociere in crisi
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