domenica 17 agosto 2014

Tutta colpa degli archeologi!



Ma non siete ancora stanchi della vuota retorica di vecchi arnesi della politica, a volte cammuffati da nuovi o da "usati ma tenuti bene"? 
Non vi siete ancora stufati del loro parlare e scrivere in modo efficace, ornato e forbito, di problemi che per i cittadini sono drammi quotidiani, ma che per loro sono pane quotidiano, nel vero senso del termine, visto che più a lungo un problema perdura e più "ce campano" con articoli, conferenze, tavoli, interviste, dibattiti?
Non siete satolli di questi persuasori del nulla dotati di capacità verbali estetiche fini a se stesse che dalle tv, e dai giornali vi riempiono la testa di un rumore bianco che ha come solo effetto e scopo il nascondere il nocciolo di questioni che restano intonse e la cui soluzione  è sempre meno derogabile?
Ieri ho letto l'utima uscita del Presidente del Consiglioetro Renzi: "Mai più cantieri fermi per ritrovamenti archeologici", per un attimo ho spento il cervello da dietrologo/qualunquista/malfidato che mi ritrovo e ho provato a pensare come l'italiano medio che legge di sfuggita il solo titolo dell'articolo, forse le prime dieci righe, e guarda annoiato il tablet o il giornale in una giornata estiva da dopo ferragosto che di estivo pare avere davvero ben poco.
Che mssaggio mi arriva? Quale immagine? 
Quella di un'Italia bloccata dall'archeologia! 
Non sono l'assenza di un lavoro sicuro, la mancanza di certezze per il futuro a  complicare l'esistenza agli italiani. Sono il Senato elettivo da eliminare, il titolo quinto da stralciare, la legge elettorale che favorisca la governabilità, da introdurre (non indaghiamo dove), Di Battista che inneggia ai terroristi (non è vero ma una palata di merda al giorno al movimento non può mancare dal menu degli italiani).
E inaspettatamente sopra ogni altra distrazione di massa quotidiana e sopra tutte le emergenze perenni stagionali e non, si scopre che a bloccare il paese è la lentezza con cui i cantieri procedono a causa di quella "robaccia vecchia" che si ostina a sbucare fuori puntualmente ogni qualvolta si scavi un buco in una città d'arte, ma anche altrove, visto che perfino nel cantiere di piazza Europa alla Spezia un bel muro antico, magari poco nobile ma antico,  è riemerso dallo scavo più bradipo del mondo.
Sarà di sicuro colpa di quel muro se i lavori non procedono, ma meno male che da Firenze con furore, allo scranno del Presidente del Consiglio, passando per il Nazzareno (il patto e non l'uno e trino) abbiamo un "leader minimo" che ci illumina e che a breve sbloccherà l'Italia con apposito decreto.
Purtroppo, nonostante i miei sforzi, il mio retropensiero torna a fare capolino e mi costringe a farmi qualche domanda. Ma se fino a oggi ci si è messo un certo tempo per coniugare necessità edilizie e Archeologia urbana, non è che quel tempo magari serve a qualcosa? CHe so, tipo a esperti e ricercatori, per capire se è stato riportato alla luce qualcosa di importante? E se questo tempo è considerato talmente lento, da bloccare l'Italia, non è che magari ci sono dei motivi che non sono così immediati e evidenti a prima vista?
Il 20 novembre 2013, quindi non certo secoli fa, il consiglio universitario nazionale si riuniva  e partoriva una "raccomandazione" al Ministro competente, avente come oggetto i finanziamenti alla ricerca, per quelli che vengono definiti PRIN ossia i progetti di ricerca di interesse nazionale. 
In questo documento si lamentava una diminuzione dei finanziamenti pari al 55% rispetto al bando precedente, percentuale che esplode al 67% se il dato viene confrontato con la media annuale per il periodo che va dal 2001 al 2011.
Il Consiglio universitario denunciava in questo documento l'estrema inadeguatezza del finanziamento che ha portato a una riduzione draconiana del numero di progetti finanziati sceso da 1033 a 141.
Di solito quando pensiamo alla ricerca ci viene in mente la ricerca medica e la battaglia quotidiana di chi studia e dedica la vita a trovare cure per malattie inesorabili e devastanti. La ricerca però ricopre un 'infinità di campi e applicazioni.
Pensate che non vi sia della ricerca dietro il tentativo di conciliare archeologia e necessità urbane? Che non sia frutto della ricerca lo studio su come valorizzare elementi del passato in contesti moderni? Ma davvero pensate che accellerare i cantieri, ossia scavare più velocemente, faciliti il recupero di parti architettoniche antiche? 
Da una parte si chiudono i rubinetti alla formazione e ai progetti che permettono di estrarre dalla miniera della nostra storia ciò che c'è di prezioso, o comunque di valorizzabile, mentre dall'altra si finanzieranno aziende che sono specializzate nello scavare buchi come talpe, talpe da formula uno.
 Torino, Roma con l'operazione della linea C e Palermo sono realtà che accederanno al finanziamento delle linee metropolitane. Chi le avrà le conoscenze per stabilire cosa vada tenuto e cosa vada abbattuto e cancellato per sempre avrà il tempo per valutare le soluzioni ottimali o dovremo fare presto, per le impellenze che non possono attendere, sempre più presto fino sacrificare Storia e Arte al Dio della velocità?




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