martedì 7 ottobre 2014

Raee: le leggi di riferimento

Dai RAEE alla RumentAEE
A livello legislativo europeo cosa si sta facendo in merito ai Raee?


Nel mio precedente articolo "Un inferno di rifiuti elettronici" avevo accennato alla convenzione di Basilea ossia a quella convenzione internazionale che regola il commercio transfrontaliero di rifiuti.
La convenzione di Basilea e il Regolamento Ue stabiliscono il divieto di spedire i Raee verso Paesi non Ocse. Purtroppo come si è visto invece spesso i rifiuti elettrici e elettronici finiscono in mega discariche nei paesi più poveri del mondo,  esportati spacciandoli come prodotti usati.

Nel 2012 la Ue ha emesso una nuova direttiva, recepita a febbraio 2014 dagli Stati membri,  che prevede un rafforzamento dei controlli e impone condizioni minime da rispettare quando si esportano apparecchiature elettriche ed elettroniche usate, per le quali sarebbe necessario dimostrare, ad esempio, che si tratta di oggetti funzionanti e quindi, in quanto tali, a fornirli di un adeguato imballaggio".
La nuova direttiva nasce dalla discrepanza rilevata tra la quantità di Raee prodotta dagli stati membri e quella registrata: si parla di cifre come 8-10 milioni di tonnellate di produzione contro 3,4 milioni di tonnellate registrati. Il resto abbiamo già visto dove finisce e come ci arriva nello scorso articolo.

Il governo italiano ha recepito la direttiva europea con il decreto legislativo n. 49 del marzo 2014, che presenta alcune novità come ad esempio la possibilità di conferire i piccolissimi elettrodomestici, più piccoli di 25 cm, presso un punto vendita, senza per forza dover acquistarne un altro (uno contro zero)
Vengono inseriti nell'ambito Raee anche i pannelli fotovoltaici, differenziando tra domestici e professionali, a seconda della potenza erogata e si stabilisce per quelli domestici l'obbligo di conferimento nei centri di raccolta.

Il decreto presenta purtroppo diverse criticità nella attuazione. In poche parole alcuni aspetti importanti della direttiva resteranno solo sulla carta. 
A mio avviso uno dei punti deboli è che non è ben chiaro come mai sia stata abrogata una importante sanzione a carico di quei produttori che immettono sul mercato apparecchiature contenenti sostanze pericolose.


Da da pensare questo "sconto" a chi produce inquinanti pericolosi.
 
Altri aspetti critici sono la semplificazione delle autorizzazioni al trasporto senza dover ricorrere ad operatori iscritti all’Albo e la ridefinizione delle procedure di cernita tra rifiuto da avviare a smaltimento e Raee recuperabile.
 Viene inoltre istituito un elenco da parte del Centro di coordinamento in cui i titolari degli impianti di trattamento dei Raee sono tenuti ad iscriversi mediante semplice comunicazione e senza ulteriori oneri, ed a comunicare annualmente le quantità di Raee trattate entro il 30 aprile di ogni anno, ma non vi è una effettiva determinazione delle capacità tecniche e dei requisiti autorizzativi dei centri di trattamento.

La sensazione è che il decreto italiano non recepisca completamente la nuova direttiva, nel senso che la sua efficacia è tutta ancora da verificare. Solo intensificando i controlli, non solo laddove i raee sono incanalati nel giusto percorso per il recupero, ma nei porti e nei percorsi che li rifiuti elettronici seguono per uscire illegalmente dal paese si avranno dei sensibili incrementi nelle percentuali di raee recuperate.
Fino a quando sotto casa, come nella foto che ho inserito in testa all'articolo, si troveranno fotocopiatrici professionali e forni a microonde abbandaonati saremo ancora lontani dalla diffusione di un  cambiamento culturale necessario affinché situazioni più gravi vengano denunciate con più decisione.

Fonti:


DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2014, n. 49
La nuova Direttiva 2012/13/UE

Criticità nuovo decreto
Nuova direttiva Raee
Novità e criticità del decreto 49 2014






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