mercoledì 15 luglio 2015

Libero di ridere, anche di Cara Glorio



Peins un Mahomet glorieux, tu meurs.
Dessine un Mahomet rigolo, tu meurs.
Gribouille un Mahomet ignoble, tu meurs.
Réalise un film de merde sur Mahomet, tu meurs.
Tu résistes à la terreur religieuse, tu meurs.
Tu lèches le cul aux intégristes, tu meurs.
Pends un obscurantiste pour un abruti, tu meurs.
Essaie de débattre avec un obscurantiste, tu meurs.
Il n’y a rien à négocier avec les fascistes.
La liberté de nous marrer sans aucune retenue, la loi nous la donnait déjà, la violence systématique des extrémistes nous la donne aussi.
Merci, bande de cons.
(Charb)

Questo è l'editoriale con cui Charb, ossia Stèphane Charbonnier aprì un numero del suo Charlie Hebdo nell'ottobre del 2012. Con questo editoriale volle ribadire la sua libertà di ridere di qualsiasi cosa.
Sappiamo come è andata a finire in seguito. Un certo numero di persone prive del senso dell'umorismo hanno messo fine brutalmente al suo diritto alla satira.

Per fortuna qui siamo in Italia, la nazione che fa più ridere il mondo di sé per cui tutto viene commisurato di conseguenza. 
L'analogia però ci sta tutta e quando ieri, martedì 14 luglio 2015, ho pubblicato sulla mia pagina facebook un'immagine fumettata che rappresenta a mio avviso in modo abbastanza fedele la situazione in cui versa il movimento 5 stelle in Liguria, sospettavo che prima o dopo qualcuno avrebbe storto il naso.
Quel che non mi attendevo, ma l'Italia sa sempre stupirmi in fatto di buffonaggine, è che un esponente politico di "spicco" avesse bisgno dell'intervento del papà che la venisse a difendere a spada tratta.
Ora, detta chiaramente, io Cara Glorio la conosco solo per le notizie che me ne da la stampa a cui lei spesso si rivolge per la guerra intestina al movimento imperiese. Guerra che se fosse l'unica in Liguria potremmo stappare una bottiglia di quello buono, ma così non è.
Infatti la vignetta non era dedicata a lei in particolare (mi spiace Cara, non sei così importante :-) ) ma non ci stiamo facendo mancare davvero nulla nella nostra regione.
Abbiamo lotte tra meetup, faide interne ai singoli movimenti locali, arrivisti che spintonano e che se da un lato non pensano lontanamente a impegnarsi nei propri comuni, non vedono l'ora che si voti alle nazionali per essere in prima linea. Ex candidati che si vedono arrivare resoconti di spese elettorali dal cielo di cui non sapevano nulla. Altri ex candidati che ci marciano sopra. Insomma diciamocelo, se non è una royal rumble questa, cosa lo è?

Su questo le cronache ci daranno gioie e gossip per tutta l'estate e oltre, temo, ma tornerò a parlarne in altri articoli.
Quando ieri notte di rientro da una cena tra amici ho letto quel che ha scritto il padre della Glorio il primo istinto è stato di rispondergli in privato per spiegare che non era un attacco alla dignità di sua figlia ma che prendevo in giro un po tutti, con autoironia, visto che nell'immagine appaio anche io. Stamani a mente più fresca, per quanto possa esserci fresco in pieno luglio,  ho ripensato a tutta la faccenda e sinceramente mi sono reso conto che non avrei dovuto giustificarmi in alcuna maniera con questo signore. 
Sua figlia è un personaggio pubblico, quando agisce in quella veste le sue decisioni hanno un riflesso sulla vita di molte persone, per cui io voglio rivendicare, nel mio piccolo, il mio diritto e la libertà di ridere, anche di lei e se la cosa non le sta bene veda immagine di copertina dell'articolo (anche quella ispirata a Hebdo).   
Per la cronaca la traduzione del testo di Charb è questa:

Dipingi un Maometto glorioso, e muori.
Disegna un Maometto divertente, e muori.
Scarabocchia un Maometto ingobile, e muori.
Gira un film di merda su Maometto, e muori.
Resisti al terrorismo religioso, e muori.
Lecca il culo agli integralisti, e muori.
Prendi un oscurantista per un coglione, e muori.
Cerca di discutere con un oscurantista, e muori.
Non c’è niente da negoziare con i fascisti.
La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già, la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova.
Grazie, banda di imbecilli.

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